martedì 3 luglio 2007

Renato visto dall'Amico col cuore

Su Renato torna a parlare l'amico del cuore. E lo fa proprio con il cuore. In un'altra piacevole conversazione con Romolo sono uscite fuori altre novità riguardanti il cantante romano.
Gli spunti delle domande sono venuti dalla lettura dei testi delle sue canzoni. In un percorso lungo oltre trent'anni, iniziato nel 1973, Romolo parla di Renato Zero mettendo in evidenza molte peculiarità della sua personalità.
Le domande a lui proposte sono semplici ma dirette. Non seguono un ordine preciso negli argomenti. Sono così esposte per esigenze più che altro di curiosità da parte di chi le ha poste.
Un filo logico che qui si può trovare, però, è quello cronologico, partendo dall'album No!Mamma, no! del 1973 sino ad arrivare a Renatissimo del 2006.



RENATO E L’AMICO COL CUORE

di PASQUALE GEUSA

Ci parli della sua amicizia con Renato.
«L’amicizia con Renato era importante e lo è tuttora. La nostra amicizia era a livello fraterno, ci dicevamo tutto. Nella canzone Amico io mi riconosco soprattutto nel verso: «Io e te lo stesso pensiero». Mai litigato. Mai un diverbio. Ci si divertiva talmente tanto che non c’era tempo per pensare a discutere».

Come era la camera di Renato?
«La sua stanza era il suo regno. Era geloso di tutto e di tutti. Io ci sono entrato una volta sola. Era spaziosa circa 10-12 metri quadri. Entrando a destra si trovava un banco con un impianto stereo. A sinistra c’era lo stereo. Al centro lui con un paio di cuffie. La sua camera, a dispetto di quanti lo additano come trasgressivo e lascivo, era molto ordinata».

Ascoltava di più la musica italiana o la musica straniera?
«Ascoltava molta musica italiana. Però l’ispirazione gli veniva dalla musica straniera.
La sua musica non è stata imitata da nessun gruppo e da nessun singolo».

Parteggiava per i Beatles o per i Rolling Stones?
«Penso più per i Beatles».

Nel Sessantotto cosa contestava?
«Non ne ho idea. Noi contestavamo l’aborto, il divorzio…Lui non lo so».

Era un tipo che coglieva l’attimo?
«L’attimo cercava di coglierlo. Ma non l’ha fatto. Ha fatto la gavetta. L’ha colto dopo tanto tempo».

Stava con i piedi per terra?
«Alcune volte con i piedi per terra non ci stava. Però grazie a questo è riuscito a diventare quello».

Chi era la compagna di Renato nel 1974, l’ispiratrice della canzone Inventi?
«Giusy, una ragazza magrolina con un bel temperamento. Un bel carattere. Una gran simpatia».

Quando doveva fare una scelta era deciso o ci rifletteva su un po’?
«Era deciso. Ma non era istintivo. Ci pensava su un po’».

Considerata la profondità delle sue espressioni, quali erano le sue fonti di ispirazione?
«Ha imparato molto dalla gente che ha incontrato sui marciapiedi»

Spesso nelle sue canzoni ricorre il termine sgualdrina riferito alla donna? La pensava davvero così sul sesso femminile?
«No. Ha avuto sempre rispetto di tutte le persone. Piccoli, anziani. Ha sempre avuto molto rispetto per le persone anziane. Da ragazzino le aiutava a portare la spesa».

Quali le sue idee sul consumismo?
«Forse le vedeva come uno strumento di pagamento. C’è stato un periodo in cui lo chiamavano dappertutto».

Era un tipo che rischiava?
«Faceva l’autostop pure di notte. E a tutte le ore».

In che rapporti sta Renato con la solitudine?
«Ha riflettuto da solo ma fuori orario. Se gli toglievi la gente lo uccidevi. Girava tutti i negozi. Conosceva tutti».

Nella canzone Guai nei versi: «Guai!/A chi riesce ad ucciderti con un no.../Guai!/A chi ha deciso da sempre che non si può...», secondo lei si esprime di più Renato Fiacchini o Renato Zero?
«Renato Fiacchini».

C’erano dei posti o dei monumenti di Roma che lui nominava di frequente nei suoi discorsi?
«Piazza di Spagna».

Di solito cosa facevate nelle festività?
«Io le ho sempre passate con i miei. Certo la notte di San Silvestro, dopo la mezzanotte andavamo a ballare. Io frequentavo l’Angelo Azzurro un locale che tuttora si trova in via Cardinale Merry del Val. Andavo lì perché conoscevo l’allora proprietario. Ogni tanto veniva lì anche Renato».

Cosa rappresentavano per Renato il Sole e la Luna?
«Il Sole la luminosità, la carica, l’energia. La Luna il divertimento, forse, considerando che lui era un tipo che viveva la notte».

Nella canzone Il toro (1991) tramite le figure del toro e del torero sottolinea una sua visione al contrario dell’ipocrisia della società. Infatti, il torero prende i meriti sullo show del toro. Alla fine poi gli applausi sono per il torero e non per il toro che muore ammazzato. Ricorda qualche riferimento biografico in merito nella vita di Renato?
«Ha sempre avuto paura della morte. Questo potrebbe essere un’espressione della morte. Ma ne intravedo un altro: il periodo della gavetta. Lui, infatti, all’inizio era un po’ sfruttato».

Quali le caratteristiche fondamentali della donna di Renato Zero?
«L’allegria, la giovialità, l’apertura mentale. Ricordo che con Patrizia stavamo sempre a ridere. Come dicono le donne: “Cerco un uomo che mi faccia ridere”. Anche lui diceva “Cerco una donna che mi faccia ridere”».

Ricorda qualche episodio del Renato sensibile ed altruista?
«Il caffé lo pagava sempre lui. Quando stava alla tabaccheria regalava pure le sigarette agli amici».

Renato ha cantato anche alcuni testi in lingua straniera. Qual era la lingua straniera da lui preferita?
«Non aveva una lingua straniera preferita. Forse il francese perché più vicino all’italiano».

La trasgressività di Renato come si è evoluta nel tempo?
«È cambiata moltissimo. Se dicessi che è diventato più serio, direi una fesseria. L’ho incontrato tempo fa in Piazza Navona e indossava un cappellino dell’Aeronautica. È cambiato nel look ma non nella mentalità».

Chi erano i miti di Renato Zero?
«David Bowie».

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