Ecco qui delle curiosità riguardo la casa e la via in cui è nato Renato, le ho riportate qui si seguito in questo mio articolo. Non si vuol qui fornire un quadro di informazioni completo ed assoluto. Quel poco che ho scritto l'ho fatto, però, in base a dati certi. E non mancherò di colmare, in seguito, eventuali lacune e di fornire ulteriori approfondimenti. Ho ritenuto opportuno di farlo subito perché a qualcuno sicuramente farà piacere venire a conoscenza quanto prima di eventuali curiosità. Senza aspettare tempo.
In più, ho voluto anche dare voce alle immagini.
Quindi, non buona lettura. Ma, complessivamente, buona visione!
Renato, partiamo da Zerodi PASQUALE GEUSAIn Italia c’è uno zero che ha un nome: Renato. È uno Zero che canta, balla e trasmette brividi ed emozioni. Può considerarsi un caso unico nel panorama musicale italiano. Trasgressivo. Contro corrente. Ma allo stesso tempo dolce e sensibile. Dal 1973, anno in cui è uscito il suo primo album No! Mamma, no! ha collezionato successo dopo successo. E il pubblico lo acclama e numeroso si reca ai suoi concerti. Da oltre 30 anni è sulla cresta dell’onda. E ieri? Come era Renato prima di giungere al tanto sognato e sudato successo?Per rispondere a queste domande cominciamo dall’inizio.Era l’ultimo giorno di settembre del 1950. Precisamente sabato 30. Siamo a Roma, nel cuore della capitale, a pochi passi da piazza Cavour. Nello specifico a Via di Ripetta n. 54. Qui, si trova un palazzo di proprietà dell’ospedale San Giacomo. In questa struttura venivano accolti, negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, coloro che, in seguito ai danni e alle distruzioni che l’evento ha comportato, si erano ritrovati senza un tetto. Ormai la guerra era finita da cinque anni e l’Italia stava attraversando una fase di ripresa. Il paese si doveva ricostruire, e a livello politico, sociale, culturale ed economico si mirava a questo obiettivo.Il 1950 si inquadra in questo contesto. In quella data, in quella costruzione, nasce un bambino ai coniugi Fiacchini. Lui si chiama Domenico e fa il poliziotto. Lei si chiama Ada ed è casalinga. È il primo maschietto per la coppia. Si accende una luce di gioia in quell’appartamento, situato in uno stabile dove c’era gente che aveva conosciuto profondo e perenne dolore in seguito alla tragedia planetaria di 5 anni prima.Ma torniamo a parlare di questo fiocco azzurro. Il nome che viene scelto per lui è Renato. Ma, per mamma Ada, il suo pargoletto è Renatino. "Renatino, Renatino!" – gridava dal balcone la donna che lo ha portato in grembo nove mesi quando lo voleva chiamare per farlo rientrare a casa. E lui, senza reclamare o chiedere di restare ancora un po’ in strada a giocare con gli amici, obbediva prontamente. Era un bambino molto dolce ed educato. Anche molto timido. Quando dal suo palazzo scendeva per andare a giocare con i suoi coetanei ai giardinetti di Piazza Ferro di Cavallo, stava sempre in disparte rispetto agli altri bambini. «Era molto attaccato alla mamma» racconta Carla Donati, dieci anni più grande di lui, che aveva una cartoleria in via di Ripetta al civico 65, di fronte a quest’area di giochi per piccini, verso la direzione di Ponte Cavour per chi si dirige dal numero 54. «Ogni volta che lui scendeva, la mamma lo chiamava subito per farlo entrare». A testimonianza della timidezza di Renatino, Floriana, che ha una tintoria di fronte a Piazza Ferro di Cavallo, racconta: «Mia madre, che era un po’ più grande di lui, una volta mi ha raccontato che, quando erano piccoli, in un'occasione era intervenuta per difenderlo da alcuni ragazzini che lo stavano picchiando».In via di Ripetta Renatino ha abitato sino agli inizi degli anni Sessanta. Poi l’ospedale del San Giacomo si allargò per istituire il reparto di Ortopedia e i Fiacchini dovettero cambiare casa trasferendosi alla Montagnola.«Per il tempo che l’ho conosciuto era un ragazzino molto tranquillo. Vestiva come tutti i maschietti della sua età: maglietta e pantaloncini» racconta sempre Carla Donati. «Era difficile capire se già a quell’età aveva cominciato ad interssarsi alla musica, perchè, a causa della sua timidezza, non si sentiva mai cantare in pubblico».Oggi, in Via di Ripetta, nel luogo in cui c’era la casa natale di Renato c’è l’Ospedale San Giacomo. Addirittura non c’è neanche traccia di quel numero 54. Però non manca in Renato la voglia di tornare al suo luogo d’origine. «Dopo che è diventato il Renato Zero che tutti conosciamo, è venuto due volte a trovarmi in cartoleria: una negli anni Ottanta e l’altra negli anni Novanta. In quest’ultima visita voleva del materiale dalla mia cartoleria per realizzare la scenografia di un video. E poi ci teneva molto a vedere come era cambiata, da quando se ne era andato, negli anni, Via di Ripetta».Via di Ripetta
La casa dove è nato RenatoPiazza Ferro di Cavallo
I vostri commentibella Zerostoria davvero, un piacere leggerla perché si sente che è scritta con passione... spero che continuerai! Bravo!!!Laurapostato da Laura mercoledì 6 giugno alle ore 22:58Ciao Pasquale, molto toccante la tua prima Zerocronistoria, non un freddo e banale elenco di date ma un contrappunto delicato nella Roma "pasoliniana" di quegli anni. Spero continui così, in modo che venga fuori il vero artista, e non il fatuo personaggio da rotocalchi d'infimo livello.Danielapostato da Daniela mercoledì 6 giugno 2007 alle ore 21:31