Eppure con Renato c’è gente che riesce ad entrare in contatto senza problemi. Addirittura lo chiama tranquillamente al cellulare. Sì perché Renato, facendo la gavetta, con il passare del tempo ha cambiato il suo tenore di vita, ma sempre immutata è rimasta la sua fedeltà verso gli amici di un tempo.
«Nonostante la notorietà è rimasta sempre una persona molto disponibile. Ama sempre stare assieme ai vecchi amici. Tranne i momenti in cui si chiude in se stesso per comporre i suoi testi, gli piace sempre stare in mezzo alla gente». A parlare è Leonardo Starace, un tempo componente del servizio d’ordine di Renato Zero, coordinato da Carlo Di Giusto e Giampiero Fiacchini.

Nell'immagine, in basso il più a destra è Leonardo Starace. Mentre, partendo dall'alto, nella seconda fila, il più a destra è Carlo Di Giusto.
L’amicizia con Renato è nata nel 1979. Anche se artisticamente aveva cominciato a conoscerlo nel 1977, ai tempi di Zerofobia. Leonardo, classe 1960, è coetaneo e amico del fratello Giampiero. Da ragazzi giocavano insieme a pallone. È stato grazie a lui che ha conosciuto il cantante. Il modo in cui è entrato a far parte dello staff di Renato è casuale. Era il 1979, l’anno di Erozero, che conteneva, album che contiene anche la canzone Il carrozzone.
Leonardo, nato e vissuto a Testaccio, vide in giro manifesti del concerto che Renato Zero avrebbe tenuto nei pressi dello Stadio Olimpico. Così si recò a fare il biglietto. Ma nei quattro sportelli della biglietteria a forma di carrozzone non si trovava nessun tagliando. Così rimase male. Poi, tra gli spiragli della struttura vide Giampiero. Lo chiamò. E Leonardo riuscì ad entrare. Poi Giampiero stava facendo i conti per vedere se bastava il personale del servizio d’ordine. Si accorse che erano 14 e non 15. Così si aggiunse un altro elemento ai body guards di Renato. Il motivo della scelta è dovuto principalmente alla stazza di Leonardo. Per qualche chilo di troppo che aveva veniva paragonato ad Ollio, componente dello storico duo comico americano di cui faceva parte anche Stanlio.
Sempre a Milano ricorda che una volta, in un albergo nella zona Vigorelli, la notte i gorilla erano tutti in giro a fare le loro avventure sotto le lenzuola. Renato sentiva un trambusto. Così si alzò per andare a cercarli. Voleva loro bene come a una famiglia. Per lui erano tutti come dei fratelli.
Addirittura un anno, a Natale, voleva fare loro un regalo. All’inizio pensò di dare a ognuno di loro centomila lire. Ma poi pensò: “Se facessi così se li spenderebbero. E cosa rimarrebbe a loro?”. Così decise meglio di donare a ognuno di loro un triangolo d’oro con su scritto: “Renato Zero ti ama”.
I rapporti professionali con Renato durarono sino al 1983, mentre pian piano Leonardo cercava di costruirsi la sua strada. Oggi ha un ristorante, sempre a Testaccio, in Via Galvani. Il nome rispecchia il soprannome del proprietario: “Da Oio a casa mia”.
Proprio qui Leonardo ha visto Renato l’ultima volta, in una sera a cena. Quella volta erano presenti tutti i componenti dell’allora servizio d’ordine. Insieme hanno mangiato e poi cantato al karaoke. Naturalmente non mancavano le canzoni preferite dai sorcini.
E Leonardo ha poi sentito di recente Renato, che lo ha invitato a passare qualche giorno alla sua residenza estiva.
Una testimonianza questa qui riportata di quanto l’artista romano creda fermamente nei valori dell’amicizia. E lo sottolinea anche in una sua celeberrima canzone con le parole: «Amico è bello, / amico è tutto è l'eternità... / E' quello che non passa mentre tutto va!»