sabato 16 giugno 2007

Io e te lo stesso pensiero

«Amico è bello. Amico è tutto. È l'eternità». I versi sono tratti dalla canzone Amico del 1980. Renato con queste parole racchiude cosa significhi per lui l'amicizia. E lui un amico del cuore ce l'ha avuto. Si chiama Romolo. Ancora oggi vive lì alla Montagnola, il quartiere dove ha vissuto anche Renato dall'età dei 10 anni. Si conoscono da una vita. Sono cresciuti insieme. Nonostante oggi Renato fosse lo Zero nazionale, ancora è rimasto legato a Romolo. Si sentono spesso, nonostante gli impegni del cantante.
È proprio Romolo il protagonista di questo mio articolo. È stato da me intervistato ieri sera, in una piacevole chiaccherata.

Quanto segue è il resoconto del risultato della nostra conversazione.

A voi buona lettura!




Io e te lo stesso pensiero
di PASQUALE GEUSA

Aveva 10 anni Renato quando è andato a vivere alla Montagnola. Prima di finire le scuole elementari, però, ha vissuto nei pressi di Piazza di Spagna, a casa dei nonni materni. Il padre della mamma. Era falegname. Ma non un artigiano qualsiasi. Aveva lavorato addirittura presso la casa reale. A alla casa della madre non mancano intagli in legno ed opere degne di Sua Maestà.
Fatta questa premessa, una breve ricapitolazione. Renato è nato in via di Ripetta. Si è spostato a casa dei nonni materni. Poi è andato a vivere alla Montagnola, in via Fonte Buono n. 104. Qui si trova una palazzina, abitata da poliziotti. Tutti colleghi del papà di Renato.
Figlio di uno di questi poliziotti è Romolo. Classe 1949, è un anno più grande di Renato. Si conoscono dal 1960. Da 47 anni. Sono cresciuti insieme. Tanto che sostiene «di riconoscersi nella canzone Amico. Questo è avvenuto quando Renato ha fatto, nel 2006, il concerto al Palasport di Roma ed ha elencato tutti gli amici parlando di loro, senza, però, riferirne il nome. Quella è stata l’ultima volta che l’ho visto».
Hanno condiviso tutto: giochi, storie sentimentali, serate, locali da ballo, nottate…Anche i primi approcci nel mondo del lavoro.
Adesso un po’ di ordine, una cosa per volta.
Oggi in Via Fonte Buono, due isolati di strada, perpendicolare a Piazza Caduti della Montagnola, non manca nulla: bar, panetteria, tabacchi, ottica, profumeria, lavanderia, edicola, internet – point, merceria, negozio d’abbigliamento, … Si presenta agli occhi di chi la percorre per la prima volta un posto dove i residenti trovano sotto casa ogni cosa.
Ma negli anni Sessanta lo scenario era diverso. Oltre alla palazzina del 104 c’erano solo le “case gialle”, tutt’oggi presenti, e qualche attività commerciale. Per il resto era tutto un prato.
Qui Renato e Romolo, quando erano bambini, giocavano ai giochi di una volta. Niente figurine di Pokemon o Winnie the Pooh, o Playstation ultimo modello, ma tappi di bottiglia colorati e biglie.
Quella strada e quei Marciapiedi torneranno poi spesso nei testi del re dei sorcini.
Di strada ne ha fatta tanta Renato. In tutti i sensi. Di modo e di fatto.

Un'immagine di oggi della casa abitata da Renato


Soldi non ce ne erano. Ma la voglia di spostarsi non lo faceva arrendere. Allora eccolo con il suo amico Romolo a chiedere passaggi sulla Cristoforo Colombo. La meta preferita dei loro spostamenti era il Titan, un locale che si trovava in Via della Meloria, nei pressi di Piazzale degli Eroi, dalle parti del Vaticano. Tutt’oggi il locale esiste ancora. Non è più una pista da ballo, ma il pub Loran Club.
Qui Renato, insieme a Romolo, si incontrava anche con le sorelle Mimì (meglio nota con il nome di Mia Martini) e Loredana Berté. Allora Mimì ballava per Franco Estil.
Oltre al Titan c’era un altro locale, prima frequentato da Renato e Romolo. Si tratta del Vun Vun, nei pressi dell’EUR, dove agli inizi della loro carriera si esibivano i Pooh.
Un altro storico locale romano, il Piper, era da loro sì frequentato, ma solo ai tempi di Patty Pravo.
Oggi, Romolo, 58 anni, ricorda con entusiasmo e senza alcun pentimento quei momenti: «Eravamo due pazzi. Ci faceva ridere tutto. Qualsiasi cosa era divertente. Ci incontravamo di notte nei locali. Poi andavamo in Via del Corso a fare colazione. E ancora in giro di notte per Roma. Con noi c’era anche Loredana Berté. Facevamo ogni mattina le sei. Poi quando tornavamo a casa, io facevo una doccia e andavo a lavorare, mentre lui andava a dormire».
Salta di qua e balla di là, il cuore batteva forte. Le emozioni facevano sentire la loro voce. Anche l’amore. La sensibilità di Renato non rimaneva insensibile al fascino femminile. Così, verso i 18 anni, ecco il primo amore: Stefania. Bella ragazza, bionda, e innamoratissima di Renato. Abitava in Via Fontanellato, a circa 50 metri da casa sua.
Assieme a Renato e Stefania usciva anche Romolo, che allora aveva anche lui una ragazza. Giovani, pieni di entusiasmo a Renato, Romolo e Stefania non mancava la voglia di divertirsi e di scherzare. Complici la giovinezza, l'ingenuità e la spensieratezza non rifuggivano mai occasioni per farsi quattro risate. La storia con questa donna non durò a lungo.
Dopo Stefania, nella vita di Renato entra Patrizia. Questa ragazza, bionda, alta un metro e cinquanta, capelli ricci, abitava in Via Poggio Ameno. Con lei ci sono stati degli episodi curiosi.
Come quella volta che, Patrizia aveva da poco preso la patente, l’automobile si fermò in Piazza Venezia. Con lei, oltre a Renato naturalmente, c’era anche Romolo. Lasciarono lì il mezzo e tornarono alla Montagnola con l’autobus.
Un altro fatto è legato ad una festa da ballo in Piazza Euclide. Patrizia aveva indossato per l’occasione un abito damascato. Quando si era seduta sul divano si era confusa con il mobile. Renato e Romolo le hanno fatto notare che si notava solo la testa e le mani. Così hanno accompagnato Patrizia a casa affinché si cambiasse d’abito.
Dopo Patrizia, ecco, accanto a Renato, Lucy Morante, che lo accompagnerà per molti anni.
Oltre alle storie sentimentali, Romolo ha visto anche nascere, crescere e maturare artisticamente Renato.
Finite le scuole medie Renato si dedica esclusivamente alla sua grande passione: la musica. Era talmente preso dalle sette note che in camera sua voleva che il Do Re Mi Fa Sol La Si Do si esprimessero a volume alto. I genitori per questo si lamentavano. Ha fatto una dura gavetta, cominciando a scrivere canzoni per gli altri. Ha composto anche testi per i Vianella.
Verso i 18 – 20 anni è uscito fuori il Renato vestito in maniera trasgressiva e truccato. «In termini temporali siamo prima del David Bowie che appariva truccato» - riferisce Romolo. «Quindi non c’è, secondo me, un’influenza del cantante inglese». Aggiunge: «Tantissimi lo sfottevano per questo. Lui, però, era superiore e neanche li considerava. Anche i poliziotti che abitavano in quel condominio non lo guardavano di buon occhio». E conclude : «Comunque, presentandosi in quella maniera ha dato una svolta alla musica italiana. È stato quello che lo ha fatto emergere. Se è riuscito è perché ha lottato contro tutto e contro tutti».