martedì 12 giugno 2007

Mariella parla di Zero

Ecco a voi un ospite d'onore! A parlare di Renato interviene un'artista che lo accompagna e lo conosce benissimo: Mariella Nava.

Buona lettura!



di PASQUALE GEUSA


Quando ha conosciuto Renato Zero la prima volta?
«Nella casa discografica BMG in Roma di cui facevamo entrambi parte, agli inizi della mia carriera. Mi presentarono a lui dicendogli: "Ecco un’autrice nuova, brava, che ha già scritto per Morandi, Vanoni e De Crescenzo". La sua risposta fu: "E così me lo dite?"».

C’è un brano in particolare che l’ha spinta ad avvicinarsi a lui?
«Era già un mio amore musicale. Quindi, tanti. Però ricordo che La tua idea diventò un mio principio di vita!»

Cos’è che avvicina e accomuna in particolare Renato Zero e Mariella Nava, sia sul piano artistico che su quello umano?
«L’amore per la gente. Il bisogno di respirare la libertà in musica. Essere controcorrente. Il coraggio».

Cosa tiene presente, in particolare modo, quando scrive un brano per Renato Zero?
«Lui non lo sa, ma io lo osservo molto. Quindi ogni sua reazione, parola, il suo sguardo, il suo pensare…Ho tante cose scritte per lui nel cassetto, e sono sicura che sono le sue foto. Ma per pudore aspetto che sia lui a chiedermele».

Lei ha collaborato, oltre che con Zero, anche con altre due colonne della musica italiana come Gianni Morandi e Lucio Dalla. Cosa le ha fornito nel suo bagaglio artistico ognuna di queste tre collaborazioni?
«Morandi, la professionalità. Dalla, l’ironia. Zero ha aggiunto a queste due peculiarità, qualcosa di impagabile: la tenacia. Soprattutto in questo mio periodo».

Lei ha accompagnato Renato anche nel tour del 2006 per i palasport italiani, oltre che quest’anno per gli stadi. Secondo lei, c’è un diverso modo di esprimersi e di relazionarsi con il pubblico, da parte del cantante romano e anche da parte sua, a seconda della struttura in cui si tiene lo spettacolo?
«Entrare in uno stadio gremito di gente è un brivido irripetibile. Lo è per me che sono un’"intrusa" e non oso immaginare cosa possa essere per Renato che sa che tutta quella gente è lì per amore nei suoi confronti. Credo che ci si spenda ancora di più con l’anima per ripagarli di tutto quell’affetto e non si andrebbe mai via, se i quartieri non ti mettessero tare sui decibel e orari. Ahimè! Che tempi stretti per il “sentire” e per la “musica”!»

Per concludere, spostandosi da Roma ad altre città italiane, secondo lei, cambia il calore del pubblico nei confronti di Renato e dello spettacolo in generale?
«No, non ho mai sentito differenze in questo senso. Forse l’unica cosa è che mentre il pubblico del centro-nord è favorito dalla presenza dei molti spettacoli e concerti, quello del sud è sempre penalizzato. E quando finalmente arriva un beniamino, la festa è suprema e, a volte, la voglia di vivere da vicino il proprio mito, è incontenibile».
Vuole aggiungere qualcosa altro?
«Renato, ti prego, almeno una volta andiamo in Sardegna. Non è giusto che siano privati di te. Ti aspettano, lo so! Un bacio a tutti! E grazie!»
I vostri commenti
bellissima intervista, complimenti!!! E lei ottima autrice e...mi dà l'idea che sia una donna dolcissima!!!Brava Mariella e grazie a Pasquale per l'intervista!!!
Pikkolettazero
pubblicato da Pikkolettazero martedì 12 giugno alle ore 18:01

Nessun commento: